Relazioni autentiche e psicoterapia: ritrovare l’umano nell’incontro
- Simona Seu

- 22 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Viviamo in un’epoca in cui siamo sempre connessi, ma in molti casi ci sentiamo soli. Anche se mandiamo messaggi, commentiamo la vita degli altri e restiamo aggiornati su tutto, manca qualcosa di vero: relazioni autentiche.
Spesso l’altro è percepito come rischio anziché come risorsa: preferiamo controllare, avere conferme, evitare la vulnerabilità. In questo scenario, l’essere umano resta isolato, nonostante la tecnologia.
Le radici della solitudine

Il sociologo Zygmunt Bauman afferma in Amore liquido che nella società moderna viviamo relazioni fragili: quando l’altro non conferma l’equilibrio interno, ci allontaniamo. Se aggiungiamo la pressione costante di essere sempre efficaci, visibili e perfetti, il risultato è uno spazio relazionale che si restringe, non si apre.
Le paure delle relazioni autentiche che ci chiudono
Ciò che allontana sono paure semplici e profonde: temiamo di non essere all’altezza, di essere rifiutati, di mostrare fragilità.
Quando incontriamo qualcuno che ci tocca davvero, emergono emozioni difficili come invidia o ammirazione: secondo Carl Rogers, accogliere noi stessi è il primo passo per aprirci agli altri. Ma se scegliamo la via più facile, cioè la conferma, evitiamo il rischio del cambiamento.
L’altro come via di conoscenza

Erich Fromm sosteneva che amare è un atto di volontà, un’uscita da sé per incontrare l’altro. Quando consideriamo l’altro come soggetto, e non come funzione o specchio , la relazione si rinnova e diventa autentica. Diventiamo competenti nel camminare insieme, non nell’usare insieme.
Contatto fisico e presenza
Il contatto fisico non è solo piacere o conforto, ma un modo per riconnettersi a sé stessi attraverso l’altro. Quando tocchiamo la pelle di qualcuno, entriamo in contatto anche con la nostra stessa energia vitale.
Come ricorda la bioenergetica di Alexander Lowen:
L'amore per se stessi comincia quando due corpi si rilassano insieme
In questo senso, l’altro diventa uno specchio in carne ed ossa: ci aiuta ad ascoltarci, ma anche a superare i nostri confini per incontrare qualcosa di più ampio. E quando riusciamo ad essere pienamente presenti per l’altro, scopriamo anche un modo diverso e più profondo per essere presenti a noi stessi.
La psicoterapia: spazio per ricostruire l’incontro
In uno scenario di isolamento, la psicoterapia può offrire un luogo sicuro dove sperimentare ciò che manca: fiducia, contatto, vulnerabilità. Nel dialogo terapeutico si può imparare:
a tollerare la differenza senza sentirsi minacciati;
a esprimere emozioni come vergogna o ammirazione senza giudizio;
a scoprire che l’altro può essere contenitore, non giudice.
La relazione perfetta non esiste, la relazione reale è quella più sana

Dalla solitudine all’incontro vero
La speranza risiede nel ritorno all’umano: capire che essere insieme non significa fondersi, ma scegliere di camminare insieme, liberi e responsabili. La relazione non è un rifugio temporaneo, ma uno spazio dove crescere.
Quando la psicoterapia aiuta a ricostruire legami
Alla Renaissance Clinic, offriamo percorsi di psicoterapia relazionale per chi desidera trasformare la solitudine in relazioni più autentiche e significative. Scopri come possiamo aiutarti a costruire un contatto vero, scrivici dal nostro sito o contattaci su Whatsapp.
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